La rivincita del burro!

Educazione alimentare e gestione dello stress

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Colpevole o innocente?

Colpevole o innocente?

Per anni è stato imputato come uno dei principali alimenti responsabili dell’insorgenza di malattie dell’apparato cardiovascolare per il suo “alto contenuto in colesterolo”. Bandito dalle nostre tavole e sostituito con prodotti affini. Ora, studi recenti, lo riabilitano!

Butter is better?

Il burro è un prodotto alimentare ottenuto naturalmente, senza processi chimici, per lavorazione della crema ricavata dal latte di mucca; il risultato è un’emulsione di grassi, vitamine liposolubili (D, A, E, K), minerali e acqua. Il burro è pertanto uno dei pochissimi alimenti a contenere vitamina D, altrimenti prodotta nel nostra organismo per esposizione solare. Il burro contiene inoltre acido butirrico, un acido grasso saturo che sembrerebbe svolgere un’azione positiva sulle cellule della mucosa intestinale rappresentando per loro una fonte energetica importantissima e quindi promovendone la corretta replicazione.

Infine, per quanto riguarda l’apporto di colesterolo, è utile sottolineare come una porzione classica di “burrino da colazione” da 10 grammi contenga in realtà 24 milligrammi di colesterolo pari cioè all’8% della dose giornaliera massima raccomandata (300 mg).

Raccomandazione

Non c’è ragione di escludere totalmente il burro dalla nostra alimentazione, ma neanche di esagerare.

Se consumato con moderazione, la classica porzione di burro da 10 grammi, non rappresenta un problema per la nostra salute. Come sempre, ciò che conta maggiormente, è l’insieme delle nostre abitudini alimentari che devono prediligere come fonte principale di grassi olii vegetali in particolare olio d’oliva extravergine.

Vegetale” non sempre è sinonimo di salutare…

La margarina, essendo di origine vegetale, viene spesso erroneamente considerata più salutare del burro; sulle confezioni dei prodotti la dicitura “ margarina vegetale” risulta piuttosto fuorviante per il consumatore poiché ponendo l’accento sul termine vegetale nasconde la realtà del prodotto finito.

Per la produzione della margarina infatti, olii vegetali come olio di girasole, di mais o di altri semi vengono trasformati chimicamente mediante un processo così detto di idrogenazione. Ciò che ritroviamo poi nel prodotto finito sono acidi grassi idrogenati o trans ancora più dannosi dei grassi saturi (del burro) per lo sviluppo di malattie cardiovascolari.

Giada Ponti, Dietista Diplomata lavora presso il Servizio di Ricerca Cardiovascolare del Cardiocentro di Lugano.