Dal piatto all’arteria
Educazione alimentare e gestione dello stress
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Impariamo la stretta connessione tra ciò che mangiamo e le patologie vascolari
Dal piatto all’arteria
Alla base dell’infarto ma anche di altre patologie vascolari quali p.es l’ictus cerebrale vi è la formazione prima e la rottura poi di una placca di grasso formatasi all’interno della arteria che nutre il cuore o rispettivamente il cervello.
La formazione di questa placca avviene già fisiologicamente con l’invecchiamento dei tessuti (un po’ come una ruga sulla pelle) e porta ad un progressivo restringimento del vaso sanguigno. L’entità di tale placca e la rapidità con cui si forma dipendono dai cosiddetti fattori di rischio cardiovascolari di cui, i più rilevanti fra quelli modificabili, sono senza dubbio il fumo, il diabete, la pressione alta e l’eccesso di colesterolo. La genetica, il sesso (maschile) e l’età giocano anch’essi un ruolo importante nel processo di arteriosclerosi ma non possiamo evidentemente interferire su di essi.
Il grasso che noi mangiamo viene assorbito e dopo alcuni processi metabolici che avvengono nel nostro corpo, circola nel sangue (rendendolo grasso); il grasso va a depositarsi all’interno della parete dell’arteria con il risultato che si vede bene nell’immagine principale.

Sangue ricco di grasso
Il problema però non finisce qui. La placca di grasso può infiammarsi e rompersi creando cosi il substrato per la formazione di un coagulo di sangue che ostruisce acutamente il vaso sanguigno compromettendo definitivamente l’apporto di ossigeno al tessuto cardiaco o cerebrale: appunto l’infarto o l’ictus che necessitano poi di un intervento urgente di riapertura del vaso p.es. con palloncino/stent.
Si capisce bene che il miglior modo per evitare formazione e rottura della placca è quello, tra gli altri, di limitare la materia prima a disposizione adottando quindi una alimentazione povera di grassi “cattivi” e più ricca di sostanze antiossidanti/antinfiammatori.
Dr. Mauro Capoferri